sabato 25 aprile 2015

La mia bandiera

25 aprile 1945 – 25 aprile 2015. Settant’anni liberi grazie a coloro che hanno lottato per la loro e la nostra libertà. A loro va tutta la nostra gratitudine e la promessa del nostro impegno a ricordare e tenere vivi, con azioni quotidiane, i valori che la Resistenza ci ha trasmesso. 





La bandiera che ho nelle mie mani
ha quasi cinquant’anni ma non è invecchiata
dal primo corteo quante manifestazioni
abbiamo fatto insieme col sole e con la pioggia
Lei è sempre bella io ho i capelli bianchi
ha tanta energia  sembra una ragazzina
non perde l’entusiasmo io ho il fiato corto
lei si distende in aria le piace sventolare

Per un bene troppo grande
che ci tiene sempre uniti
sarà per tutta la vita
anche a costo della vita
insieme la difenderemo
la nostra libertà – la nostra libertà

Ricordo che una volta c’è stata una schermaglia
una scaramuccia ma niente più di tanto
c’è sempre una scintilla una provocazione
che innesca un tafferuglio scatena il parapiglia
Qualcuno mi tirava l’asta dalle mani
così per reazione ho dato uno strattone
senza capire bene chi brigava per averla
fra gambe caschi e scudi vedevo appena il drappo

Era una cosa troppo seria
l’insegna non si perde in campo sono entrato nella mischia
ho spintonato fino a quando
non l’ho rivista alzarsi
e riguadagnare l’aria – e riguadagnare l’aria

È che c’è da fare sempre bisogna sempre vigilare
chi sta dll’altra parte vuol rubarci le bandiere
spera di vederne meno alla prossima sfilata
non gli piacciono i colori soffre al vento d’aria nuova
io sono sempre pronto ma ho un po’ le braccia stanche
non so per quanto ho forza per sventolare ancora
questa mia bandiera compagna di una vita intera

È che ci credo ancora
che il futuro sia migliore
ma non verrà da solo bisogna costruirlo
mattone su mattone
piano piano un tanto al giorno – piano piano un tanto al giorno

Questa mia bandiera lo può raccontare
quando le abbiamo prese quando le abbiamo date
quando abbiamo riso e quando abbiamo pianto
e perfino adesso che ho le gambe a pezzi
è sempre un’emozione portarla in manifestazione
lei ha qualche strappo ma è sempre affascinante
vorrei che fossi tu che oggi hai sedici anni
a farla volteggiare per i giorni che verranno

Te l’affido con amore
non lasciarla mai cadere
non lasciarla calpestare
difendila convinto
non hai cosa più preziosa
della libertà – della libertà

giovedì 12 marzo 2015

Doni per te

Poesia tratta dalla raccolta Foto-Impressioni

Ho profumi
d’acacia e gelsomino
e la fortuna della mia stella

la luce
del mio pezzo di luna
e i colori dei fiori a primavera

il calore
di un raggio di sole
e l’acqua fresca della fonte

orizzonti
per perderti e trovarti
e l’ombra in cui stare a riposare

i frutti
degli alberi sul ciglio
e l’aria del mio respiro amore mio

lunedì 23 febbraio 2015

E di questa notte

Poesia tratta dalla raccolta Blues-Improvvisazioni
Silvia Editrice


C’è una luna prepotente e indiscreta
che curiosa fra i gatti sui tetti di fronte
che strafottenti, disinibiti e furenti
recitano hard le scene d’amore.

Stridono acuti  miagolii di piacere
ma sembra degeneri in zuffa il convegno
o forse è rissa davvero sui tetti stanotte
e di questa notte è l’emicrania che porto.

Pulsano le tempie in testa come stelle in cielo
mentre la matita fra le dita segna il foglio
senza speranza di tradurre in parola
i suoni grevi-acuti-dolci del rituale d’amore.

E di questa notte son le ombre sui muri:
cancello il suono tradotto che è sfocato e banale
e mi affaccio su pensieri che rincorrono il tempo
di quando, gatti anche noi, scombussolavamo

interi pomeriggi per anticipare la sera e la notte:
quando non ci bastava tutto il tempo per noi.
Cambiano le cose o sembrano diverse sotto la luce
di questa luna che si insinua nelle fesse fessure

di tapparelle logorate e stufe d’abbassarsi
perché una volta è notte e l’altra perché c’è il sole.
Tiro su: che violi la luna quest’insonnia sofferente
prima che cambi idea od oggetto di distrazione!

Ho forse dei diritti da rivendicare con voi gatti?
Mi devo far valere tirandovi le mie ciabatte?
Invece trovo sia più giusto ingoiare sonniferi
e di questa notte mi sprofondi l’incoscienza.

domenica 8 febbraio 2015

Tempi morti

Poesia tratta dalla raccolta Segni-Astrazioni

Nel tempo incerto
si sta come sospesi

        non si spera
        né dispera

se s’alza il vento
si cade come foglia


Nel tempo incerto
si sta come sospesi

        non si fa
        né si disfa

se si resiste al tempo
si ruba vita superflua

lunedì 2 febbraio 2015

Plick e radio sia

Poesia tratta dalla raccolta Foto-Impressioni


Irma cara minuta e gentile signora
tramite prezioso con il mondo di fuori
mercoledì passava per le ordinazioni
io scucivo poche lire lei portava pile

Il prete si percepiva al buio delle luci
e la sua nera figura bucava l’oscurità
all’andare di bersagliere allo stanzone
urlando nasali preghiere senza umanità

Io mi rannicchiavo così sottocoperta
occhi socchiusi auricolare all'orecchio
corto respiro testa immobile al cuscino
attendevo dissolversi l’ultimo passo

Plick e là mi immettevo nel proibito
abbandonandomi a carezze all’anima
di suoni e parole entrate in prigione
per mia compagnia da notte a mattina

Plick e apriva la mia finestra sul mondo
al fluire di voci a ricongiungermi a vita
e l’amore del tempo d’allora resiste ora
e mi basta un dito a riaccenderla ancora

mercoledì 21 gennaio 2015

Notte di città

Poesia tratta dalla raccolta Blues-Improvvisazioni
Silvia Editrice


Brillano le borchie sopra la pelle nera
fuori dagli ingressi delle discoteche
sulle grosse moto che rombano per niente

     Le lattine di birra svuotate d’un fiato
     stanno come ordinate sopra il davanzale
     di una finestra sbarrata al primo piano

L’effetto notte d’un soffio travolge la città
che a quest’ora di sera ogni sera si perde
come i fanali di un taxi che passa di corsa

     Bustine che emergono da posti impensati
     danno vita al commercio di gesti e di segni
     dove tutto si spende per comprarsi una fine

S’accende un fiammifero sotto al cucchiaio
e un limone spremuto fa parabola in aria
e ora che quasi ricade il buco è già fatto

     C’è una gomma che brucia la via
     e proietta sul muro sagome umane
     che aspettano d’essere prese e lasciate

Sotto le insegne spente dei portici
i dadi lanciati fan vincere o perdere
e per chi perde può esserci un ultimo colpo

     C’è sempre una notte da ultima spiaggia
     che lascia per terra un corpo disteso
     su cui far cadere passando un foulard

Gira alla larga il suono di sirena
e le ultime luci artificiali vanno in letargo
ora che sui pattini a rotelle l’alba volteggia

     Chiazze seccate dalla notte maledetta
     saranno sopraffatte dai piedi ignari domani
     quando la città riaprirà i suoi battenti

Serenella senza parrucca si chiamerà Giovanni
un po’ prima che questa vita riappaia normale
un po’ prima che mangi la foglia la portinaia.

martedì 13 gennaio 2015

Bestia meccanica

Poesia tratta dalla raccolta Segni-Astrazioni


C’è una bestia immonda
che spalanca le fauci
e tutto consuma e fa digerire
allo stomaco oppresso.
È una bestia orrida;
con una testa davanti
e un’altra al posto della coda:
si muove in ogni direzione.
Entrambe le bocche
sono ingorde e voraci
i palati hanno gusti diversi
ma nell’insieme
tutti i gusti risultano appetibili
perché se una cosa non la gradisce l’uno,
la stessa cosa è prelibatezza per l’altro.
La testa di testa
ha il colletto bianco
ed è benvestita
salottiera e bancaria,
politica e industriale.
La testa di coda
ama il sottobosco
e dà il benservito
gode alla tangente
e traffica nel losco.
Nel mezzo c’è un corpo
esautorato e umiliato
che macina, che rumina,
che rumoreggia e fatica
ma non vomita mai!